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giovedì 7 ottobre 2010

Psicologia della prima impressione

prima impressione
Conoscere la psicologia della prima impressione - come funziona e come potete utilizzarla - vi fornirà una guida che vi aiuterà a decidere l'immagine di voi stessi che desiderate offrire.
Durante una prima impressione, gli altri vedono soltanto un piccolo campione di ciò che voi siete in realtà, una percentuale minima della vostra vita. Ma ciò rappresenta la loro conoscenza al cento per cento. Mentre voi avete una vita di esperienze - conoscete la gamma completa delle vostre emozioni, dei vostri comportamenti, delle vostre passioni e delle vostre paure - un estraneo ne è totalmente all'oscuro. Tutto ciò su cui può lavorare è costituito dall'idea che si è fatto in occasione del primo incontro; e, inconsciamente, sarà portato a ritenerla un'accurata rappresentazione della vostra persona. (...)
Ricerche psicologiche hanno dimostrato che le persone, nel valutare un altro essere umano, un luogo, un'idea, danno un peso decisamente maggiore alle informazioni iniziali, che non a quelle apprese successivamente. Il motivo è semplice: le primissime informazioni influenzano il modo in cui vengono elaborate quelle posteriori. In altre parole, siamo più portati a credere che le prime cose che veniamo a sapere corrispondono a verità.
Se per esempio, mostrate interesse per qualcuno, durante un primo incontro, questi vi riterrà attraenti, coinvolgenti e non noterà se, in un secondo momento, apparirete distratti o concentrati soltanto su voi stessi. Un'informazione iniziale negativa ha addirittura un peso maggiore. Se, alla prima occasione, darete l'impressione di non essere affatto interessati al vostro interlocutore, quest'ultimo ignorerà il vostro calore e la vostra attenzione per molto tempo. Occorrono diversi atteggiamenti positivi per superare l'impatto di un comportamento iniziale negativo.

La prima impressione ha funzione di filtro. Ecco come gli altri si fanno un'idea di voi:
  1. Assimilano le informazioni iniziali - notano il linguaggio del vostro corpo, quello che dite, il modo in cui rispondete.
  2. Partendo da qui, si fanno una loro impressione riguardo al vostro modo di essere e al comportamento che si aspettano da voi in futuro.
  3. In seguito, vi osservano attraverso questo filtro. A tutti piace pensare di essere bravi giudici della personalità altrui: frasi come "avevo capito fin dal primo momento che era..." sono, quindi, piuttosto frequenti. Si cercano sempre informazioni che siano conformi alla propria prima impressione, ignorando gli atteggiamenti che si discostano da essa.
Se da una parte la presenza del filtro permette alle persone di dare un significato alle varie informazioni ricevute, dall'altra tale procedimento è viziato da alcuni errori comuni. Si tende, per esempio, a considerare il comportamento di una persona appena conosciuta come indicativo del suo carattere o della sua personalità in qualsiasi situazione, quando ciò potrebbe non corrispondere al vero.
Se incontrate una persona adirata, siete portati a credere che quello sia un tratto distintivo del suo carattere, senza pensare che potrebbe esserle capitato qualcosa che ha provocato quella specifica reazione. Magari qualcuno le ha tagliato la strada, o ha appena ricevuto cattive notizie. E' un errore fondamentale, che noi tutti commettiamo: non ci fermiamo a considerare che il comportamento altrui può essere semplicemente il risultato di una situazione esterna momentanea. Non è così invece che tendiamo a valutare il nostro atteggiamento. Se ci capita di essere adirati, sappiamo bene che ciò non rappresenta una caratteristica propria della nostra personalità.

Un altro errore comune è supporre che una persona che abbia mostrato una caratteristica positiva ne possieda, in effetti, molte altre. Per esempio, potreste pensare che un tipo allegro sia anche brillante, simpatico, di successo, nonostante non abbiate alcuna prova al riguardo. Questo è quello che viene definito l'"effetto aureola". Tale tendenza riguarda anche le caratteristiche negative - l'"effetto corna". Una persona che si lamenta in continuazione viene considerata noiosa, scontrosa e debole.

Riuscire a comprendere i più comuni errori di percezione vi farà capire meglio come gli altri si fanno un'opinione di voi, durante il primo incontro. E vi troverete in una posizione avvantaggiata, che vi permetterà di presentare un'accurata immagine di voi stessi. Chi vi sta di fronte coglierà soltanto una minima percentuale di ciò che voi siete, e sarà portato a pensare che essa, in realtà, rifletta per intero la vostra personalità. Sapendo questo, farete attenzione a scegliere le informazioni che desiderate comunicare.
Inoltre, consapevoli che l'ordine ha una sua importanza, cercherete di mostrare prima le vostre qualità migliori, tralasciando le altre. Partendo da un singolo atteggiamento, gli altri vi attribuiranno un insieme di caratteristiche a esso conformi: probabilmente, farete in modo di decidere il tipo di insieme a cui volete essere associati. In altre parole, conoscendo i meccanisimi in base ai quali venite percepiti e classificati, avrete un maggiore controllo sull'immagine da voi trasmessa, e potrete essere sicuri che rappresenti davvero la vostra personalità.

Da "La prima impressione" - A. Demarais & V. White Libri sulla comunicazione disponibili qui