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martedì 10 agosto 2010

La stato mentale influenza la salute


Se anni fa avessi letto che il ridere ha un effetto positivo sull'andamento delle malattie organiche, sarei scoppiato a ridere. Se poi avessi anche letto che in ospedali americani lavorano pure comici e clown con funzione curativa, avrei pensato che si trattasse di un'eccentricità, appunto, da americani. Tutti abbiamo sentito dire che "il riso fa buon sangue", ma ritengo che nessuno abbia fatto affidamento su questa terapia.(...)
...le ricerche e le scoperte di questo periodo mi fanno comprendere meglio il potere dei nostri processi psichici sia nel bene che nel male; mi fanno vedere quali sono gli anelli (prima sconosciuti) tra un sovraccarico di stress e l'insorgere di una malattia, o tra un periodo di serenità ed il miglioramento di uno stato morboso.(...)
E' noto da secoli che taluni problemi emotivi possono sfociare in una malattia organica, ma il "perchè" è sempre stato avvolto nella nebbia. Analogamento, è noto da secoli che il "riso fa buon sangue" ma questa affermazione è sempre stata catalogata come "saggezza popolare" e niente più.

Anche la medicina biologica, pur avendo compiuto progressi spettacolari, ha tuttavia i suoi problemi. Essa è particolarmente efficace quando il "male" è costituito da un trauma fisico o da un' infezione, ma la maggior parte della patologia odierna riguarda ben altro; l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha infatti calcolato che dal 70 all' 80 per cento dei pazienti non ha alcun disturbo organico evidente.
Tale considerazione ha spinto Renè Debos a scrivere che "la moderna medicina scientifica non è ancora sufficientemente scientifica; in realtà, essa trascura, quando non ignora del tutto, i vari fattori ambientali e psichici che influenzano l'organismo umano sia nel benessere che nella malattia. Riconducendo i processi normali e patologici della vita ai fenomeni della biologia molecolare si è ben lontani dal comprendere la condizione umana".
Non basta tuttavia criticare la medicina che "trascura i fattori psichici"; bisogna anche capire perchè questi fattori psichici hanno un peso, attraverso quali vie riescono ad agire. Una delle nuove direzioni intraprese dalla biologia è la psiconeuroimmunologia: una disciplina sorta da poco grazie al fatto che l' immunologia è riuscita a misurare alcuni aspetti della funzione immunitaria e, quindi, a collegarli a determinati fenomeni psicologici.(...)

Ma già nel 1935, Walter Cannon... supponeva che tutte le normali esperienze della vita - l'esordio della pubertà ed i tormenti dell'adolescenza, la stanchezza, il lavoro duro, le preoccupazioni quotidiane - producessero un' impressione fisica sull'organismo.(...)
Mentre Cannon si occupava dei processi mediante i quali l'organismo regola se stesso, la teoria psicoanalitica, un prodotto del lavoro di Freud, trovava applicazione in vari disturbi fisici. Uno dei primi ad intravederne le potenzialità fu uno psichiatra di Chicago, il dottor Franz Alexander. Nel 1939 fece un'osservazione che, a quell'epoca, sembrò bizzarra; affermò che "molti disturbi cronici non sono dovuti ad agenti esterni meccanici o chimici, o a microrganismi, ma al continuo stress funzionale che nasce durante l'esistenza quotidiana di un organismo nella sua lotta per la vita". (...)
Cannon sottolineava inoltre che l'intero sistema nervoso è a sua volta controllato da un agente centrale regolatore "che gli esseri umani chiamano personalità".(...)

Altri si spinsero oltre il campo delle malattie psicosomatiche per dimostrare che gli stati mentali potevano avere precise ripercussioni fisiche su altre patologie, come il cancro. A metà degli anni sessanta, ad esempio, lo psicologo LeShan suscitò vivo stupore dichiarando che esistevano "personalità predisposte al cancro". Egli ipotizzava che i soggetti con determinati tratti di personalità si ammalavano di cancro con una frequenza superiore alla media, fatto che la medicina convenzionale non poteva spiegare.(...)
Dalle interviste svolte con centinaia di malati di cancro si rilevavano in questi soggetti modalità di comportamento particolari.
Si trattava frequentemente di individui con una lunga storia di sofferenze, che preferivano reprimere i propri sentimenti ostili e si caratterizzavano spesso per uno scarso senso di autostima.
E, fatto di particolare importanza, prima della diagnosi molti di loro avevano sperimentato una perdita personale, come la morte od il divorzio.(...)

Da La mente che guarisce (lo trovi qui)