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giovedì 2 settembre 2010

Attacchi di panico e atteggiamento mentale

Per chi soffre di disturbo di panico non sono gli attacchi in sè il problema maggiore. Sono invece le convinzioni che queste persone hanno riguardo alle loro crisi e la loro paura del panico a causare i problemi più gravi.
Sono queste previsioni negative e spaventose che li portano a preoccuparsi di poter avere altri attacchi, a controllare continuamente il proprio corpo alla ricerca di sintomi di panico, a reagire a normali sensazioni fisiche (quali un aumento del battito cardiaco e un momentaneo capogiro) con estrema paura e ad evitare situazioni che si sono abituati ad associare con il panico.
(...)
Dopo due decenni di ricerche sul ruolo del pensiero ansioso nel causare l'insorgenza e il mantenimento del disturbo di panico, è stato ormai stabilito che gli attacchi di panico sono influenzati dalle convinzioni, dalle interpretazioni e da altri processi cognitivi della persona sofferente.
Ecco alcuni delle principali scoperte:
  • Numerosi studi hanno dimostrato che chi soffre di disturbo di panico prova elevati livelli di paura in risposta a normali sintomi fisici quali aumento della frequenza cardiaca, vertigini e respiro affannoso.
  • Alcuni ricercatori hanno scoperto che le persone afflitte sono più attente di altre ai battiti del loro cuore
  • Chi soffre di disturbo di panico ha una maggiore probabilità rispetto alle persone non ansiose di spostare la propria attenzione verso le sensazioni fisiche spiacevoli quando queste si manifestano ed è più attento degli altri alle parole collegate ai sintomi di panico, come "cuore" e "palpitazioni".
  • Le persone afflitte hanno una maggiore probabilità rispetto alle loro controparti non ansiose di ricordare parole collegate a una minaccia e di ricordare di aver visto fotografie di volti che in precedenza avevano definito "sicuri" (facce di persone su cui poter contare nel momento del bisogno).
  • In paragone a chi non soffre di problemi d'ansia, le persone sofferenti da disturbo di panico hanno una maggiore probabilità di interpretare i sintomi fisici come un segno di immediata catastrofe (come un attacco di cuore o impazzire), in particolare quando non sanno cosa sta causando quei sintomi.
  • Chi soffre di disturbo di panico tende a sopravvalutare la reale probabilità di avere un attacco nelle situazioni temute. Inoltre, alcuni ricercatori hanno scoperto che l'aspettativa ansiosa del verificarsi di un attacco di panico è associata con una maggiore probabilità che l'attacco si manifesti veramente.
(...) Non è sorprendente che più si ha paura di una particolare sensazione fisica, più si tenda a rilevarla, in parte proprio perchè la si sta cercando. In parole povere se state cercando dei particolari sintomi, è probabile che li troverete. (...)

Per ridurre la frequenza degli attacchi di panico, è importante modificare il modo in cui pensate al panico e ai sintomi di cui avete paura. Ma prima dovete diventare consapevoli del tipi di pensiero che scatenano in voi gli attacchi di panico. Con tutta probabilità soffrite di ansia e di panico da diverso tempo. Se è così, molti dei pensieri alla base dei vostri attacchi di panico potrebbero manifestarsi automaticamente, ossia talmente in fretta che forse non ne siete neppure consapevoli. (...)

Esaminare le prove significa considerare tutte le informazioni disponibili per arrivare a una conclusione realistica circa la veridicità o meno dei pensieri ansiosi. Anche se potrebbe essere facile trovare prove a sostegno delle vostre previsioni negative, pensare alle ragioni per cui i vostri pensieri ansiosi potrebbero non essere veri è spesso più difficile. Ciò è dovuto alla normale tendenza delle persone a dare maggior peso alle informazioni che sostengono le proprie convinzioni, piuttosto che a quelle che le contraddicono. (...)

Per vincere il pensiero catastrofico è necessario che vi poniate delle domande che vi consentano di analizzare in maniera realistica l'impatto di una conseguenza temuta nell'eventualità che questa dovesse verificarsi. (...)
  • Qual è la cosa peggiore che accadrà in questa situazione?
  • Come potrò affrontare questa situazione se dovesse verificarsi? Come l'ho affrontata in passato?
  • Le conseguenze saranno davvero così terribili come io me le immagino?
  • Anche se dovessi avere un attacco di panico, sarebbe una cosa così grave?
  • Se anche ciò che temo dovesse avverarsi, sarà una cosa talmente grave da venire ricordata il giorno dopo? O una settimana dopo? O persino un anno dopo?
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