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mercoledì 15 settembre 2010

Lo stress da controllo dell'uomo


"Questo è uno degli stress principali del maschio", spiega il dottor Antonio M. Favero, psicologo e psicoterapeuta a Venezia. "I problemi relativi al controllo sono spesso più importanti per gli uomini che per le donne".
Questo perchè le donne non hanno la nostra stessa mentalità del "sistemo tutto io". Tendenzialmente, vedono il quadro nel suo complesso, si chiedono quale sia il danno che viene arrecato e assegnano priorità assoluta a quali possono essere le conseguenze di un fatto stressante sulle interrelazioni della loro vita. "Le donne hanno a disposizione meccanismi di protezione molto efficaci, parlando con le amiche e concedendosi un bel pianto quando la situazione diventa insopportabile, mentre agli uomini queste contromisure non vengono insegnate", afferma la dottoressa Cristina Spreafico, psicoterapeuta a Milano.
Il principio del controllo vale nella stessa misura per gli stress grandi e quelli piccoli. Perchè ce la prendiamo tanto negli ingorghi del traffico e quando siamo in coda al supermercato? Perchè preferiamo essere al volante che farci trasportare? Perchè detestiamo andare dal medico o dal dentista? Perchè evitiamo di chiedere indicazioni quando ci perdiamo? Perchè amiamo vincere? Perchè non sopportiamo di ammalarci o di invecchiare?
"Controllo, controllo, controllo" come recita Steve Martin a Kevin Kline all'inizio del film Grand Canyon.
C'è un solo problema con il controllo: spesso non lo possiamo avere. "Quando vorrai renderti conto che niente si può controllare?" continua Martin nella sua arringa a Kline. (...)
"Le cose succedono, e meno ci ci sente in controllo, più si desidera averlo, con la conseguenza di sentirsene ancora più privi", spiega la dottoressa Paola Pucalick, psicoterapeuta a Milano, che è abituata ad avere a che fare con persone stressate. "Diventa un circolo vizioso che peggiora la condizione di stress".
Questo circolo è particolarmente vizioso negli uomini perchè la nostra risposta fisica allo stress è diversa da quella delle donne.
Tanto per cominciare, la nostra pressione del sangue tende a schizzare verso l'alto, la qual cosa ci espone a un maggior rischio di patologie cardiache e dell'apparato circolatorio, che colpiscono gli uomini tra i 25 e 64 anni e due, quattro volte più che le donne.

Ma perchè gli uomini hanno questa mania del controllo? Secondo una scuola di pensiero, questa situazione ha in parte origine dalle pulsioni evolutive radicate nei nostri geni. Che cos'è in fondo lo stress? E' l'istinto del lotta-o-fuggi che sviluppammo ai tempi in cui eravamo più spesso in stretta compagnia di animali selvatici e affamati. A questi tempo "controllo" significava "azione", non solo per difendere te stesso, ma anche per proteggere tutta la tua famiglia. Non agire significava la morte per te e i tuoi cari.
Ma la ragione principale per cui agli uomini piace tenere il coltello dalla parte del manico è che è così che ci è stato insegnato. Il controllo è una necessità se vuoi essere uomo nel modo in cui è previsto che tua sia nella nostra cultura: forte, autosufficiente, vincente e tuttologo. Il tipico eroe maschio ha la situazione sempre in pugno. (...)

Non è così per le donne. Un fattore importante è che la prospettiva della maternità induce le donne a prevedere una certa carenza di controllo durante la loro vita. Le donne vengono inoltre educate a corrispondere a un quadro di valori diverso, in cui i riferimenti principali sono la famiglia e le interrelazioni, dove l'aspetto del controllo è assai meno rilevante. "Si crescono le ragazze perchè siano "brave"", nota la dottoressa Cristina Spreafico. "Vengono lodate e premiate quando sono conformiste e premurose". Spinte come sono a diventare specchi di virtù, provano soprattutto stress nelle situazioni in cui sentono di avere deluso il prossimo.
Sul fronte domestico, il bisogno di controllo dell'uomo è spesso radicato in qualcosa di più profondo: la responsabilità. Apprendiamo precocemente che essere un uomo significa essere responsabile del benessere e della sicurezza di tutti. Questo non è un male.

Gli psicologi riconoscono nella nostra tradizionale dedizione alla famiglia e nella nostra tendenza a far subordinare i nostri bisogni personali a quelli delle persone che amiamo alcune delle migliori qualità dell'uomo. Ma ricoprire sempre il ruolo di colui che provvede è una responsabilità e può costare. Il "bravo" padre di famiglia, del resto, deve saper risolvere qualsiasi problema, dal rubinetto che perde alle crepe nel vialetto di casa, dai cattivi voti in matematica del figlio al deficit nazionale. E il bravo padre di famiglia deve avere un reddito stabile, a costo di sacrificare obiettivi personali. "A differenza delle donne, molti uomini pensano di non avere alternative a questo riguardo" commenta Favero. "Essere un padre di famiglia responsabile è una persistente, cronica fonte di stress con cui gli uomini devono vivere tutti i giorni ed è una delle ragioni fondamentali per cui il successo sul lavoro può avere per un uomo un peso assai più grande di qualunque altra cosa sulla sua stima di sè e sulla sua salute mentale".
Per alcuni di noi, l'etica del sostentatore si traduce nell'accanimento nel guadagnare. Per altri si trasforma nel bisogno di superare tutti coloro che gli sono attorno. Diventando lavoratori migliori, diventiamo uomini migliori. Quando il principale ci propone di occuparci di un nuovo progetto, noi non vogliamo fargli sapere che siamo già sovraccharichi e che non sappiamo come dirgli di no. "Cosi ti ritrovi a lavorare di notte e durante i fine settimana", conclude la psicologa Paola Pucalick. In viaggio diritto verso l'esaurimento nervoso

Riccardo Di Liberto da "Men's health - n° 19"

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