>

venerdì 24 settembre 2010

Messaggi subliminali e pubblicità


In termini generali, i messaggi subliminali sono definiti come messaggi visivi, sonori o diretti a qualsiasi altro organo di senso, che vengono registrati al di sotto del livello della percezione cosciente, e possono essere rilevati solo dalla mente subconscia. Nonostante il gran rumore e le preoccupazioni intorno alla pubblicità subliminale nell'ultimo mezzo secolo, l'argomento viene di solito affrontato con un ironico roteare degli occhi. Ma chi pensano di prendere in giro? E' la reazione della maggior parte di noi quando fra le notizie spunta una storia sulla pubblicità subliminale, che sia quella del logo McDonald che lampeggia per 1/30-esimo di secondo durante il programma Iron Chef America del Food Channel (un portavoce di Food Channel ha sostenuto che si trattava di un errore tecnico) o una voce infondata secondo cui una nuvola di polvere nel film Il re leone della Disney forma le lettere "S-E-X".
Eppure accuse di messaggi subliminali spuntano periodicamente, specialmente per quel che riguarda i film. Nel 1973, durante una proiezione de L'esorcista, uno spettatore svenne e si ruppe la mandibola finendo sul sedile davanti. Fece causa alla Warner Brothers e ai produttori del film, sostenendo che le immagini subliminali del volto di un demone che lampeggiavano per tutta la durata del film avevano alla fine provocato il suo svenimento. E nel 1999 alcuni spettatori accusarono i produttori del film Fight Club di manipolazione subliminale, sostenendo che avevano inserito nella pellicola immagini pornografiche subliminali di Bred Pitt nel deliberato tentativo (secondo quello che scrive un sito web) di rafforzare il "messaggio anti-lavoro e il tono rivoluzionario" del film.
Accuse di manipolazione subliminale sono state mosse anche ai musicisti, dai Led Zeppelin ai Queen...
Nel 1990 i genitori di due diciottenni del Nevada hanno fatto causa a una band heavy-metal inglese, i Judas Priest, perchè i musicisti avrebbero inserito nei testi dei loro brani dei messaggi subliminali - fra cui "Let's be dead" (andiamo a morire) e "Do it" (fallo). I due ragazzi erano studenti che avevano abbandonato la scuola superiore e provenivano da famiglie con molti problemi, ma uno di loro, sopravvissuto al tentativo di suicidio, in una lettera avrebbe poi detto "Io credo che l'alcol e la musica heavy-metal come quella dei Judas Priest ci abbiano ipnotizzato". L'accusa poi è stata fatta cadere.
Molto spesso, quando nella nostra cultura si parla di messaggi subliminali, sono messaggi che vendono sesso. Prendete la pubblicità comparsa nel 1995 sulle Yellow Pages di una azienda di parquet, la D.J. Flooring, il cui motto è "Laid by the Best". Quando la si guarda normalmente, la pubblicità mostra l'immagine di una donna con in mano un bicchiere di champagne, ma se la si guarda capovolta si vede l'immagine di una donna che si masturba. (...)
Ma non tutti i messaggi subliminali sono così sottili. Ci sono negozi che fanno ascoltare nastri di jazz o di musica latina (si possono trovare su vari siti web) che nascondono messaggi registrati - impercettibili alla mente cosciente - studiati per spingere i consumatori a spendere di più o per scoraggiare il taccheggio. I messaggi sono del tipo "Non ti preoccupare del denaro", "Immagina che sia tuo" o "Non prenderlo, non la farai franca". Secondo un negoziante, negli esercizi che fanno ascoltare questi nastri le vendite complessive sono salite del 15%, mentre i casi di furto sono diminuiti del 58%.
E se, come ho sempre pensato, si può intendere come pubblicità subliminale ogni messaggio subconscio inviato dai pubblicitari per attirarci verso un prodotto, allora si tratta di una tecnica molto più diffusa di quanto ci si sia mai resi conto. In fin dei conti, nel mondo contemporaneo così pieno di stimoli, un numero enorme di cose scivola ogni giorno al di sotto della portata del radar della nostra coscienza. (...)
E' stato dimostrato anche che i messaggi subliminali influenzano anche la misura in cui siamo disposti a pagare per un prodotto. Recentemente, due ricercatori hanno dimostrato che la presentazione di immagini di volti sorridenti o accigliati per 16 millisecondi (un tempo troppo breve perchè i volontari registrassero coscientemente l'immagine o identificassero la relativa emozione) influenza la somma che i soggetti dell'esperimento erano disposti a pagare per una bibita. Quando vedevano volti sorridenti, si versavano una quantità significativa superiore di bibita da una brocca - ed erano disposti a pagare fino al doppio - rispetto a quando vedevano i volti irritati. I ricercatori hanno denominato "emozione inconscia" questo effetto, nel senso che si era verificato un piccolissimo cambiamento emotivo senza che i soggetti fossero coscienti dello stimolo che lo aveva causato, nè di qualsiasi variazione nei loro stati emotivi. In altre parole, dei volti sorridenti possono influire sul nostro subcosciente e farci acquistare di più - il che fa pensare che i direttori di negozio che esortano i loro dipendenti a sorridere sempre hanno ragione.

Da "Neuromarketing" - Martin Lindstrom

Libri sulla motivazione alla vendita acquistabili qui