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sabato 27 novembre 2010

Esercizi cognitivi per l'autostima


Accettare le emozioni negative
L'autostima non va da sé: si acquista.
  • Il primo passo verso l'autostima è l'accettazione delle proprie emozioni, da considerare come modalità di conoscenza di noi stessi.
  • Non possiamo amare noi stessi se non impariamo ad accettare i nostri errori, debolezze, insuccessi.
  • «La nostra cultura ci spinge all'autocontrollo e molte persone reprimono emozioni frequenti, come paura, insicurezza, ansia, dolore, rabbia. Quando le vivono, si sentono in colpa o si giudicano negativamente, dicendo a se stesse: - Sei uno stupido ad avere paura, non sei sufficientemente bravo o in gamba. Oppure: - Sei cattivo se ti arrabbi con tua madre con tutto quello che ha fatto per te! In realtà, essendo esseri umani, noi proviamo sia emozioni positive, come gioia, soddisfazione, allegria, sia emozioni negative, come rabbia, ansia, paura, dolore›› (Maria Cristina Strocchi).

Monitorare il dialogo interno
Quando commettiamo un errore, attiviamo nella nostra mente un dialogo interno negativo che abbassa irrimediabilmente la nostra autostima. Diciamo a noi stessi: «Sei un incapace... non vali niente... vergognati...››. Si tratta di una catena di pensieri negativi, un meccanismo universale, sperimentato da tutti. Per salvaguardare l'autostima, è necessario sostituire le espressioni di condanna globale e perentoria con messaggi costruttivi, limitati al caso concreto.
  • Primo esempio. Lo studente che riceve un brutto voto pensa: Ho preso un brutto voto -› Mi succede spesso -> Sono un caso perso. Dovrebbe invece pensare: Ho preso un brutto voto -› Questa volta mi è andata male -› In futuro posso rimediare.
  • Secondo esempio. ll neopatentato al quale accade un incidente pensa: Ho tamponato. Lo dicevo che sono poco dotato. -> Sarò sempre un soggetto a rischio. Dovrebbe invece pensare: È successo. Poteva succedere a tutti. Col tempo acquisterò maggiore padronanza della guida.

Guardarsi dalle idee irrazionali
Albert Ellis ha dimostrato che le persone ansiose e depresse, o comunque con bassa considerazione di sé, hanno nel loro dialogo interno idee irrazionali che alimentano la perdita di autostima. Tali idee devono essere sostituite con altre più razionali e realistiche.
  • Prima idea irrazionale: «Bisogna essere amati ed approvati da tutti». Tale idea va sostituita, ad esempio, con la seguente: «Non posso essere amato e approvato da tutti, altrimenti sarei privo di personalità».
  • Seconda idea irrazionale: «Non si può sbagliare. Bisogna essere sempre all'altezza delle situazioni». Possiamo contrastare tale idea con espressioni del tipo: «Sbagliare è umano», «Nessuno e perfetto», «L'apprendimento è un punto d'arrivo: è frutto di un processo››.
  • Terza idea irrazionale: «ll passato e il carattere sono come un marchio indelebile››. Si può contrastare con la considerazione che noi non siamo determinati solo dal passato ma anche dai progetti e dalle aspirazioni. Siamo esseri affacciati sul futuro. Se parte della nostra personalità deriva dal vissuto, l'altra è frutto di apprendimento e modellamento.
  • Quarta idea irrazionale: «Chi fa soffrire gli altri sarà punito››. A tale idea va contrapposta la seguente considerazione: «È giusto che non calpesti i diritti degli altri, ma non è giusto che vada contro me stesso per soddisfare i desideri degli altri. Solo imparando ad amare e rispettare me stesso, potrò costruire rapporti sereni e soddisfacenti con gli altri››.

Esercizi di consapevolezza
ll test di Kuhn
  • Questo test nella sua semplicità può rivelarci qualcosa di noi. Può essere fatto anche come gioco di gruppo.
  • Al «Via››, visualizza -in modo meccanico e senza inibirti col pensiero - in colonna, cinque volte «lo sono... » con qualcosa che la tua mente scriverà vicino.
  • Così, ad esempio:
1. lo sono... Maria.
2. lo sono... simpatica.
3. lo sono... una studentessa.
4. lo sono... un'atleta.
5. lo sono... brava a scuola.
  • Dopo aver visualizzato lo schema, cerca di analizzare il significato delle risposte, in base a due elementi:
    a. l'ordine gerarchico che la tua mente attribuisce alle varie qualità;
    b. il tipo di qualità espresse.

La sedia vuota
  • Socchiudi gli occhi e immagina una stanza con una sedia vuota.
  • Una persona entra lentamente e si va a sedere su di essa.
  • La persona che hai visualizzato è significativa per te. Si tratta di una figura «superegoica››, cioè di un modello interiorizzato.
  • Adesso quella persona si alza ed esce lentamente.
  • A questo punto entra... Indovina chi? Tu stesso.
  • Immagina te mentre ti siedi in poltrona.
  • Continua ad osservarti, considerando se ti piaci o meno. Se ti guardi con rispetto o meno. Se ti stimi o meno. Cosa non ti piace in te? Cosa apprezzi, invece?

Le emozioni negative
  • Individua un'emozione che ritieni problematica e difficile da controllare.
  • A titolo indicativo, serviti del seguente elenco:
1 . Collera.
2. Depressione.
3. Ansia.
4. Impulsività.
5. Timidezza.
6. Superbia.
7. Gelosia.
8. Invidia.
9. Falsità.
10. Golosità.
11. Pigrizia.
12. Avarizia.
  • Considera adesso l'emozione non controllata. Chiediti perché avviene l'«esplosione›› di essa.
  • Continua a chiederti perché, risalendo la catena delle motivazioni, finché non ti sembra di pervenire alla causa prima.
  • Ad esempio: la collera. M'irrita non essere rispettato, calcolato. Perché? Mi piace stare al centro dell'attenzione, sentirmi significativo? Perché? Perché voglio essere importante. Oppure, perché desidero dominare sugli altri. Oppure...

Da "Le dinamiche del cuore" - Luciano Verdone

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