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mercoledì 27 ottobre 2010

Il dominio della mente sul corpo


Più ci pensate, più capirete che la mente è la guida del corpo, e che dobbiamo permettere a entrambi di operare in completa collaborazione e armonia.
Quasi ogni movimento - distendersi, sedersi, alzarsi in piedi, camminare, spostare oggetti, preparare una bevanda o un cibo - è frutto della mente, che prende una decisione, e del corpo, che l'aiuta a portare a termine il compito prescelto.
In base a questi semplici esempi, all'inizio del ventunesimo secolo (il "secolo del cervello") abbiamo capito che ci può essere molto di più, e che la mente può realizzare le cose più straordinarie per il corpo e con il suo aiuto.
(...)
Sappiamo che il pensiero può avere un forte impatto sul rendimento. Può influenzare anche la struttura fisica dei muscoli? Si! Come dimostra il seguente studio.
In una ricerca pionieristica, il dottor Guang Yue, fisiologo presso la C.C.N. in Ohio, ha dimostrato che si può rafforzare la muscolatura pensando di usarla.
Nel suo studio, presentato alla Society of Neuroscience, dimostrò che cosa fosse accaduto a 30 adulti che avevano passato 15 minuti al giorno pensando di esercitare i muscoli. Visualizzando un esercizio con il mignolo, erano riusciti ad accrescerne la forza del 35%. Allo stesso modo, pensando ai muscoli del gomito, ne avevano migliorato il rendimento del 13%.
Nel contesto di questi esperimenti, è importante comprendere che ogni movimento muscolare è una reazione agli impulsi dei nervi vicini, chiamati neuroni motori. L'innesco di questi neuroni dipende a sua volta dalla forza degli impulsi elettrici, che provengono dal cervello!
"Si pensa che si possa aumentare la forza muscolare inviando un segnale più forte ai neuroni motori da parte del cervello", afferma il dottor Yue.
Dopo aver stabilito che il pensiero era in grado di mutare la potenza di muscoli più piccoli, lo scienziato e i suoi colleghi decisero di testare un muscolo più grande e significativo: il bicipite. Chiesero a 10 volontari, di età fra i 20 e 35 anni, di immaginare, in cinque lezioni di addestramento la settimana, di flettere uno dei bicipiti con la massima forza possibile. Mentre i volontari seguivano l'operazione, i ricercatori misuravano l'attività elettrica del cervello monitorizzando contemporaneamente anche gli impulsi elettrici dei neuroni motori del bicipite, per assicurarsi che i volontari non tendessero i muscoli. Ogni 2 settimane la forza muscolare devi volontari veniva verificata.
Dopo qualche settimana, fu evidenziato un sorprendente aumento del 13,5% della forza muscolare, e questo aumento fu mantenuto per 3 mesi, dopo la sospensione dell'allenamento!
La ricerca del dottor Yue è sostenuta da un crescente numero di studi compiuti in tutto il mondo, molti dei quali sul metodo per migliorare ogni forma di rendimento sportivo.
(...)
Immaginate di avere uno dei fisici più perfetti del mondo, e di avere sviluppato il corpo fino a raggiungere uno stato di salute così buono da essere scelti fra tutti per impersonare Superman. Immaginate di diventare famoso in tutto il mondo e di continuare ad allenare il vostro incredibile corpo, eccellendo in molte discipline sportive, compresa l'equitazione. Immaginate che, all'età di 42 anni , al culmine della forza fisica, veniate sbalzati da cavallo e battiate la testa, fratturandovi la prima vertebra, bloccando ogni collegamento fra il cervello e il corpo, e rimanendo completamente paralizzati dal collo in giù. Immaginate infine che vi dicano che da quel momento non camminerete più, nè muovereste mai più un arto. Dal paradiso all'inferno in un secondo! Che cosa fareste?
Scoprirete come ha reagito un uomo che si è trovato in queste condizioni. La prova definitiva che "la mente domina la materia".
Il superuomo di questa storia è Christopher Reeve, scomparso nel 2004, scelto per il ruolo di Superman (una scelta davvero azzeccata!) per i quattro film girati sul celebre personaggio dei fumetti. Invece di sprofondare in un abisso di disperazione, Reeve diede un chiaro segnale che "la mente domina la materia". Annunciò al mondo che sarebbe tornato a camminare, e lo ripetè a tutti coloro che si trovavano in una condizione simile alla sua, per dare loro la speranza di alzarsi dalla sedia a rotelle. (...)
Christopher si ruppe la prima vertebra cervicale nel 1995. Un infortunio terribile: "il peggiore che possa interessare la colonna vertebrale", dichiarò il dottor Andrew Casden della clinica di New York. "In genere, questi pazienti non si riprendono". Per cinque lunghi anni, Christopher non mostrò quasi nessun miglioramento. Era paralizzato al punto da aver bisogno dell'ausilio di un respiratore, e dovette affidarsi alla forza mentale per sopravvivere ed evitare che tutti i sistemi corporei cadessero.
Nel 1999, il Mind and Body team e il neurochirurgo John McDonald, elaborarono un nuovo programma di recupero. (...)
Nel contempo, Reeve iniziò a fare una serie di esercizi in piscina, conquistando la capacità di staccarsi dal bordo e fare piccoli passi, con un sostegno, in quell'ambiente amichevole. Aveva detto che avrebbe camminato di nuovo, e aveva già compiuto i primi passi.
Lo scopo degli esercizi mentali e fisici era acquisire la forza, migliorare la circolazione e rafforzare la resistenza cardiorespiratoria. Altrettanto importante era ricostruire i percorsi neurologici per educare mentalmente e psichicamente le poche cellule nervose spinali superstiti e stabilire nuovi legami, e ad assumersi compiti un tempo svolti dai nervi recisi.
Nel novembre del 2000 Reeve aveva riconquistato il controllo dei muscoli dell'indice. Poi, venne il turno delle altre dita e, dopo qualche tempo, della mano destra. Furono rimessi in moto i muscoli del braccio e della gamba. Riusciva ormai a sollevare la mano destra dal tavolo, piegando il polso, e a muovere braccia e gambe da supino. In più, la percezione sensoriale migliorò ulteriormente! Nel luglio del 2001, avvertiva il tocco di un dito sulla pelle in circa metà del corpo, e in seguito cominciò a percepire punture di spillo, caldo e freddo.
Se un tempo totalizzava il punteggio di 12 sulla scala sensoriale, ormai aveva conquistato quasi 70 punti!
Un altro fatto sorprendente fu che, su una scala medica dove A rappresentava la paralisi totale ed E la normalità, Christopher passò dalla A alla C. Era il primo caso documentato di miglioramento "di due lettere" in un paziente, a più di due anni di distanza dall'infortunio.
Inoltre, Reeve riuscì a staccarsi dal respiratore e a muoversi nell'acqua. La terapia sul corpo e sulla mente aveva aumentato la massa muscolare e ridotto l'osteoporosi e la frequenza delle infezioni, migliorando notevolmente la qualità di vita.
I suoi medici riferirono che, complessivamente, il miglioramento superava tutti quelli precedentemente documentati dalla letteratura medica in casi di infortuni di una simile gravità. "Se qualche anno fa mi avessero chiesto se sarebbe riuscito a muovere nuovamente la mano, avrei risposto di no", ha dichiarato il neurochirurgo John Jane che aveva operato l'attore subito dopo l'incidente.
Grazie agli sforzi di Christopher, 500 paraplegici ricoverati presso altri centri di ricerca statunitensi, europei e giapponesi, vengono appesi a imbragature, camminano sui tapis-roulant e vengono fissati a robot progettati per muovere le braccia, gambe e corpo paralizzati. Molti di coloro che avevano scarsa sensibilità nella parte bassa del corpo ora possono percorrere brevi distanze, senza assistenza, nè stampelle.
Purtroppo, Reeve si è spento il 10 ottobre 2004. Ciononostante, il suo resta uno dei più notevoli casi di "dominio della mente sulla materia" nella storia della medicina.

Da "...L'intelligenza fisica" - Tony Buzan (Disponibile qui)