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domenica 24 ottobre 2010

L'Egoismo fa bene!


Sia in tenera età che da vecchi siamo più egoisti che mai: si tratta di momenti della vita in cui l'educazione e l'autocontrollo non sono ancora strutturati o tendono a tramontare lasciando filtrare un modo di essere spontaneo e istintivo. La morale comune e i pregiudizi consueti direbbero che stiamo parlando di un difetto che va di sicuro contenuto e corretto... Ma prendersi cura di sè, ascoltare solo le indicazioni che sgorgano dal proprio animo, allontanarsi dal modo comune di pensare è l'unica via che i saggi di ogni tempo hanno indicato per uscire dal branco e divenire consapevoli. L'egoismo quindi, non solo non va condannato, bensì va consigliato!

Troppe volte però il timore di essere tacciati di egoismo ci impedisce di manifestare la nostra autenticità, in troppe occasioni indossiamo la maschera dell'altruismo, mostrandoci bravi, buoni, per nascondere ciò che siamo. Ma questo condiziona il processo evolutivo della nostra personalità e ci impedisce di trovare il nostro percorso, diventando motivo di disagio cronico e di malattia. Scriveva a tale proposito Carl G. Jung che "ogni vita non vissuta rappresenta un potere distruttore e irreversibile, che opera in modo silenzioso ma spietato".

Anche F. Nietzsche la pensava così: il grande filosofo tedesco elevava un inno all'egoismo sostenendo che questo moto dell'animo è una vera e propria sorgente di creatività, allegria e sensibilità. Egli metteva in evidenza come sia difficile esprimere la propria natura in un mondo che per secoli l'ha condannata e repressa: "Per millenni l'egoismo è stato considerato il vero male della vita e ciò instupidì, imbruttì e avvelenò l'egoismo e gli sottrasse molto spirito, sensibilità, inventiva e bellezza". Certo, sarà giusto distinguere un'egoismo "nobile" da tante manifestazioni decisamente grette: ma resta forte l'impressione che vada un pò ammainata la bandiera dell'aultruismo, spesso sventolata come vessillo di cui andar fieri, quando per lo più ha dato vita a troppe e malcelate forme di ipocrisia.
(...)
Vituperato, svilito, combattuto l'egoismo è visto dalla nostra cultura come un deprecabile abuso, una presuntuosa modalità di affermare la propria identità e i propri interessi a danno degli altri. Eppure non è esattamente così. Esiste una visione diversa dell'egoismo che ne evidenzia un aspetto inedito e controcorrente e che soprattutto mette in discussione il suo opposto: l'altruismo. L'egoismo, ben lungi dall'essere un vizio, è una virtù che, se esercitata nel modo giusto, genera benessere in noi stessi ma anche in chi ci circonda. (...)
Del resto come la biologia ci insegna, la vita, la natura stessa è egoista ossia tende all'autoaffermazione che è per sè espressione di vitalità. Ciascuno di noi ha una funzione e dei doveri nei confronti di se stesso, prima ancora che degli altri. (...)

Ma allora perchè ci facciamo tanti scrupoli e soprattutto perchè non vediamo di buon occhio l'egoismo? Forse perchè ne abbiamo un'immagine distorta e lo intendiamo soprattutto come avidità, indebita appropriazione, sottrazione di ciò che non ci spetta. Quando l'egoismo, infatti, coincide con una difensiva chiusura in se stessi, l'accumulo, l'attaccamento e l'identificazione con ciò che è "nostro", diventa un limite per noi stessi prima che per gli altri. Questa forma di egoismo porta alla conservazione e alla stagnazione delle energie, determina egocentrismo e una povertà espressiva che porta via via all'inaridimento.
L'altruismo invece viene dipinto come un valore indiscutibilmente positivo: fa bene a chi lo riceva ma anche a chi lo pratica. Anche questo però è un luogo comune da sfatare. Se per altruismo intendiamo l'anteporre sempre il bene altrui al proprio, diventa sinonimo di sacrificio e di rinuncia. Difficile che questa dedizione sia sempre disinteressata e gratuita. In fondo ci aspettiamo sempre qualcosa in cambio e quando non arriva coviamo rancore, stizza, la sensazione di essere sempre in credito, sfruttati...
L'altruismo vero in realtà non può essere imposto, nasce spontaneamente ed è di per se stesso gratificante. Non ha a che fare col dovere, con le ideologie, nè da diritto a premi, tanto meno è una strategia per stringere legami fondati sulla gratitudine...obbligata.

L'egoismo è un arte? Posta così la domanda suona paradossale. Come è possibile, infatti, confrontare una persona che insegue il proprio interesse mosso dalla prospettiva di affermare a ogni costo il proprio io, con un pittore o uno scultore? Ma se identifichiamo (come fanno Socrate ed Epitteto) l'egoismo con la cura di sè, con l'idea che ci si debba occupare di se stessi, allora sì, è un'arte. E' arte dell'esistenza, arte di vivere all'insegna della ricerca dei modi migliori di esprimere la propria creatività. Come farebbe un artista. Si tratta dunque di "apprendere il mestiere", di imparare a orientare il proprio sguardo verso l'interiorità, verso la parte più nascosta dell'anima. Perchè qui risiede la nostra essenza, l'energia che modella la nostra immagine interna. E che alimenta il processo di trasformazione verso nuove forme di realizzazione personale.

Da "Riza psicosomatica n°309" (Libri di Riza acquistabili qui)