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venerdì 10 giugno 2011
Psicologia del pessimismo: perchè siamo simili a robot
Siamo esseri liberi...o almeno ci piace pensarla così.
Siamo liberi di pensare...ma in realtà siamo liberi di pensare nei limiti della nostra "programmazione mentale".
Gli automatismi sono una buona cosa, altrimenti dovevamo prestare sempre attenzione anche quando camminavamo ad ogni singolo passo, ma il problema è che siamo pieni di automatismi anche nei nostri processi di pensiero.
La programmazione mentale è la nostra "struttura cognitiva" e cioè quel modo di pensare costituito da una serie di idee, convinzioni e credenze che abbiamo forgiato nel corso della vita grazie alle nostre esperienze, negative e positive.
Sicuramente una persona con un bagaglio di esperienze per la maggior parte negative (o soggettivamente negative), avrà una percentuale di idee e credenze positive molto bassa.
Un atteggiamento mentale negativo non farà altro che andare alla ricerca di ulteriori conferme per alimentare ulteriormente il suo negativismo.
Perciò non è insolito trovare nella gente pessimista credenze del tipo" la vita è uno schifo", "la vita è sofferenza", "la vita è una dura lotta per la sopravvivenza", "tanto va sempre male" e ascolterà nei Tg notizie di tragedie e suicidi con un perverso sottile piacere.
Un pessimista, non si trova a suo agio con un ottimista, perchè la sua "frequenza mentale" si troverà in completo disaccordo con la frequenza dell'ottimista.
E non è raro che un pessimista etichetti un ottimista come un'incosciente, un irrealista, un'immaturo o come una persona che ancora deve comprendere la dura realtà della vita.
Il pessimista, non essendo consapevole di essere prigioniero della sua triste e claustrofobica trappola, pensa che il suo punto di vista sia il più saggio e maturo.
E' facile trovare questo atteggiamento tristemente saccente soprattutto nelle persone che hanno superato i 40. Il problema è che questa gente, cerca di convertire anche chi la circonda al suo triste punto di vista.
Se conosci gente di questo tipo, sii consapevole e non farti influenzare: magari cerca anche di limitare il più possibile i contatti con loro, e se proprio sei costretto ad averci a che fare, non farti tirare giù nel loro tranquillo inferno personale.
Ma non arrabbiarti con loro, non lo fanno apposta: è un loro modo di essere acquisito e non ne sono consapevoli e nemmeno colpevoli relativamente. Acquisito perchè...hai mai visto un bambino per la maggior parte del tempo triste? No. I bambini arrivano al mondo con la gioia di vivere e la loro voglia di giocare, saltare, gridare, correre, sperimentare e distruggere tutto, lo fa capire.
Vuol dire quindi che la gioia di vivere è innata ed è scritta nel nostro DNA.
E' col tempo che impariamo a crogiolarci nell'afflizione e nell'angoscia e alcune persone si crogiolano così tanto in questi sentimenti da "riscrivere il loro DNA".
Forgiano un modo di essere negativo sostituendo quindi la gioia di vivere con l'angoscia di vivere.
Quanto sono libere queste persone?
E quanto siamo liberi noi?
Non lo siamo.
Intrappolati nella nostra prigione di credenze e idee limitanti, non possiamo permetterci il lusso di pensarci come persone libere.
Al massimo siamo liberi di muoverci nello spazio ristretto della nostra cella mentale. E si può chiamare libertà questa?
Ognuno di noi ha il suo numero di catene e palle di piombo che ci trasciniamo dietro inconsapevolmente.
E queste catene non sono altro che una serie di idee limitanti che hanno forgiato il nostro modo di essere e il nostro atteggiamento mentale verso noi stessi, la vita e gli altri.
Perchè siamo simili a robot?
Perchè tramite questa programmazione mentale reagiamo agli eventi della vita in base a quello che "riteniamo sia giusto fare".
E quello che riteniamo sia giusto fare dipende dalle nostre credenze forgiate dal nostro bagaglio di esperienze passate: reagiamo agli eventi della vita in base a quello che pensiamo di aver imparato dal passato.
Ma potremmo portarci dietro delle idee limitanti che, se in un vecchio contesto potevano andare bene, ora invece non lo sono più.
Ad esempio...da bambini pensavamo che i nostri genitori erano detentori della verità assoluta e del giusto discernimento del bene e male di tutto lo scibile umano: i nostri genitori erano i nostri infallibili mentori.
E ora arrivati a 50 anni, continuiamo a sentire di dargli ragione su tutto anche se razionalmente ne sappiamo più di loro perchè ci portiamo dietro l'idea che "la mamma ha sempre ragione".
La vera libertà comincia quando cominciamo a mettere in discussione il nostro modo di essere e i nostri automatismi di pensiero e a comprendere che il nostro punto di vista, è soltanto appunto un punto di vista, e che potrebbero essercene degli altri migliori che possiamo integrare in noi stessi se solo ci permettessimo di allentare le catene della nostra prigione mentale.
E comprendere che, se è andata male in passato, non è detto che certamente andrà male anche ora o in futuro. Il detto "non fare di tutt' erba un fascio" è sempre verde.
Allo stesso modo trovi anche persone robotizzate nella loro routine quotidiana terribilmente noiosa. Casa-lavoro, lavoro-casa: per loro il massimo dello svago è guardare il telegiornale e dormire almeno 6 ore la notte.