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sabato 23 luglio 2011
L'arte di non essere felici
Come non essere felici?
Non c'è bisogno di nessun libro, articolo, seminario, sappiamo benissimo come farlo.
Lamentarsi continuamente della propria vita è il segreto.
Certo, le cose non vanno come vorremmo, perchè non dovremmo lamentarci?
Esternare insoddisfazione è una reazione inconscia a cui non possiamo sottrarci: l'insoddisfazione deriva, guarda caso, da aspettative deluse e non realizzate.
Il Buddha diceva di vivere senza desideri e aspettative in modo da scacciar via l'infelicità: facile no?
Ma vivere senza desideri e ispirazioni è difficile: l'uomo va avanti proprio grazie alle sue "illusioni", sogni e speranze.
La speranza è il carburante che spinge l'uomo all'azione: la speranza di realizzare se stesso e trovare la felicità nel futuro, in un futuro possibilmente vicino.
Solitamente riponiamo la salvezza nel futuro, speriamo che un giorno saremo felici, che avremo realizzato i nostri sogni, che ci sentiremo appagati.
Ma non di rado, questo futuro ideale non arriva, o se arriva, non è proprio quello che ci aspettavamo.
Magari realizziamo anche i nostri sogni, però alla fine ci accorgiamo che non ci hanno dato quella soddisfazione che pensavamo: e ritorniamo ad essere delusi, e ritorniamo a cercare la felicità altrove.
"La felicità è sempre dietro l'angolo successivo" lessi una volta.
Raggiungiamo un traguardo, ne godiamo un pò, e subito ritorniamo ad affliggerci per raggiungere qualche altra meta.
In fondo siamo esseri che non riescono a stare con le mani in mano: nel nostro DNA il bisogno di azione è ben inciso.
Anche se vincessimo un superenalotto, non riusciremo a stare per troppo tempo nella nostra isola ad oziare tutto il giorno.
Ma si può essere felici solo se vengono realizzati i nostri obiettivi?
Ma questi obiettivi sono davvero i nostri oppure sono di qualche genitore?
Non di rado ci convinciamo che gli obiettivi degli altri, siano in realtà i nostri.
Ma ammesso che gli obiettivi a cui abbiamo rinunciato erano davvero i nostri perchè siamo già passati da una fase di pulizia interiore e abbiamo scoperto le nostre reali esigenze, possiamo essere felici comunque senza averli raggiunti?
Perchè alla fine succede che sopprimiamo i nostri sogni e ci trasciniamo nella vita accontentandoci di quello che ci capita.
Siamo costretti ad accettare un lavoro qualsiasi pur di guadagnare qualcosa, perchè senza mangiare e un tetto non potremo sopravvivere a lungo.
Alla fine la vita appare una sorta di costrizione, imposizione e lotta per la sopravvivenza: dov'è la libertà in questo? Dov'è la felicità in questo?
Finita l'epoca dei sogni dell'infanzia ci scontriamo con la disillusione della realtà.
Proviamo a raggiungere i nostri obiettivi, accade che non ci riusciamo, e siamo costretti ad abbassare le nostre pretese; da piccoli sognatori che eravamo, siamo diventiamo adulti repressi che non possono far altro che accontentarsi.
La serietà e tristezza che traspare nel volto di parecchie persone in età avanzata lo dimostra chiaramente.
Come può esserci felicità in questo?
Gli psicologi allora intervengono e ci consigliano di trovare la felicità nelle piccole cose.
Sì, la felicità è possibile trovarla nelle piccole cose: una serata con gli amici, una giornata al mare, un piattone di lasagne, un mega gelato con doppia panna, nuove amicizie con cui discutere dei nostri interessi.
Non siamo felici perchè diamo tutte queste cose per scontate: non proviamo più nessun apprezzamento e gratitudine.
Non è male ognitanto ricordarsi che tutti gli agi che abbiamo, per altri esseri umani sono solo sogni.
Per altri esseri umani, la vita che facciamo è da nobili.
Allo stesso modo, se ci trovassimo ad un tratto catapultati in Africa, tra gli insetti e la sporcizia, cosa daremo per ritornare alla vita agiata che stavamo facendo?
Non diventerebbe il nostro sogno più grande ritornare a quella vita?
Ecco allora che ci renderemo conto della fortuna che comunque abbiamo.
Siamo comunque fortunati, e questo non lo apprezziamo perchè vogliamo di più.
E' strana la nostra mente: da una parte ama le abitudini e dall'altra pretende novità.
Molte nostre azioni sono determinate proprio da questo voler fuggire dalla noia.
Ecco spiegati gli amanti...
Quindi per essere felici bisogna accontentarsi di quello che si ha?
No, ma apprezzare comunque quello che si ha è un requisito fondamentale.
Ma questo non vuol dire non provare a migliorare la propria situazione e vivere nella rassegnazione, perchè l'azione è il miglioramento sono altri ingredienti per la felicità
Inoltre, un altro segreto dell'arte del non essere felici è, carramba, un pensiero negativo appreso, e cioè essersi convinti che tutti i propri sforzi per migliorare la propria situazione siano destinati al fallimento. In questa maniera nemmeno ci proviamo a migliorare la nostra vita perchè magari ci portiamo dietro i ricordi di tutti i rifiuti delle nostre richieste di lavoro o del sabotaggio dei nostri progetti.
Abbiamo perso quindi l'entusiasmo per il futuro: ma è possibile ritrovarlo, basta ricominciare col raggiungere piccoli obiettivi alla nostra portata per poi accrescerli, ma senza puntare subito la freccia alla luna.
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