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lunedì 18 luglio 2011

Fattori di stress e malattia


Dopo aver studiato medicina per sette anni la cosa che ancora non mi era chiara era perché le persone si ammalano. (...)
Le malattie senza sintomi precisi sono le più difficili. E le più diffuse. Guadagnavo tempo facendo fare ai pazienti le analisi del sangue e delle urine, poi dicevo loro che gli esami erano a posto e che quindi non erano malati, per lo meno secondo la scienza medica. Azzardavo che poteva trattarsi di stress o di qualche disturbo psicologico. Alcuni non avevano mai sentito parlare di stress né consideravano l'eventualità di esserne vittima. Di notte mi rigiravo nel letto e mi domandavo se quei pazienti non soffrissero di qualcosa che non eravamo in grado di scoprire con i nostri metodi così tecnicamente avanzati. (...)
Da allora ho seguito più di cento workshop, seminari e corsi su ogni tipo di medicina alternativa e complementare e, a Los Angeles, dove ho vissuto per quattro anni, ho studiato gli effetti dell'inquinamento ambientale sulla salute.
A questo punto del mio percorso sono arrivato alla conclusione che il corpo è di per sé sano e vitale e, con un corretto stile di vita, dato da alimentazione, riposo, meditazione e attività fisica, rimane tale. La malattia è il tentativo di riacquistare quell'equilibrio eliminando le tossine accumulate o rilasciando determinate tensioni. La malattia è, paradossalmente, un atto di guarigione.
Come influisce in tutto questo, la conformazione fisica dell'individuo? A parte per alcuni difetti congeniti gravi, la costituzione ne determina il grado di resistenza. Si può considerare la resistenza alla malattia come una botte dove confluiscono i vari fattori di stress: quando straripa sorgono i problemi. Alcuni esempi di fattori di stress sono le tossine, la polvere, gli agenti chimici di alimenti e ambiente come pesticidi, additivi e coloranti, metalli pesanti, formaldeide e inchiostro.
Quelli di carattere emotivo legati a lavoro, famiglia e relazioni sociali. Oppure di tipo fisico come un numero inadeguato di ore di sonno (troppe o troppo poche), mancanza di luce solare, eccessiva luce artificiale, ingente carico di lavoro, inadeguato esercizio fisico (insufficiente o esagerato).
Esistono poi quelli di natura elettromagnetica come computer, iPod, Bluetooth, telefonini, televisione, luci fluorescenti. Tutti questi fattori di stress ci sottraggono energia giorno dopo giorno, e quando ne consumiamo più di quanta possiamo permettercene, ecco che insorge la malattia andando a compromettere i processori rigenerativi e il sistema immunitario.
Nella medicina tradizionale la malattia è considerata tangibile e misurabile, e quando non si comporta in questo modo i sintomi vengono definiti psicosomatici. Stress, pensieri negativi, poco riposo e depressione possono condurre a disturbi fisici senza cause apparenti. Il seguente racconto di un paziente è un esempio dei meccanismi della medicina tradizionale.

"Tutto cominciò con una perdita di entusiasmo per la vita. Il medico non riscontrò nessuna malattia particolare e mi prescrisse dei tranquillanti. Diventai ancora meno interessato al lavoro, alle relazioni sociali e alla vita sessuale. Poi cominciarono i mal di testa, un dolore pulsante alla tempia destra. Tornai dal mio medico che mi mandò da un neurologo. Mi fecero elettroencefalogramma, Tac, e altri esami costosissimi da cui non risultò nulla di anomalo.
Secondo gli specialisti stavo bene, ma mi prescrissero ugualmente degli antidolorifici e un antidepressivo. Funzionò a meraviglia, ricominciai ad amare la vita. Bevevo otto caffè al giorno e fumavo due pacchetti di sigarette, ma i medici che mi seguivano non mi dissero mai niente in proposito; anche loro fumavano e bevevano caffè quindi pensai che non poteva fare così male.
Tre anni dopo mi vennero dolori fortissimi alla vescica e mi trovarono del sangue nelle urine. Già da qualche tempo facevo fatica a urinare, ma mi dissero che alla mia età - avevo 52 anni - era normale; questa volta però il medico mi sembrava preoccupato. Mi mandò da un urologo e la diagnosi fu tumore alla prostata.
Mi sottoposi all'intervento chirurgico e, per fortuna, il tumore fu rimosso completamente e ora mi sento molto meglio. Sono però così teso che fumo più di prima, bevo alcolici per dormire e uso sedativi per calmarmi i nervi."

Di storie come questa, con le dovute variazioni del caso, se ne possono trovare a migliaia.
Quando si può affermare che qualcuno è malato? All'apparire dei primi sintomi? O quando un medico scopre un tumore? La causa della malattia è una questione fondamentale, ma pare che non interessi a nessuno. (...)
La nostra vita spesso è frenetica e sotto pressione. Non abbiamo il tempo per goderci ciò che ci circonda, di esplorare la nostra interiorità e di pensare con calma a quello che desideriamo. Così finisce che ci si lascia vivere. La malattia è un tentativo del corpo di ricercare un equilibrio, la conseguenza di non averne ascoltato i segnali. Se non si individuano le prime avvisaglie, l'organismo ne lancerà di sempre più forti fino a quando non gli si presterà attenzione. Se poi si continua a non dare ascolto il sistema finirà per deteriorarsi, producendo, per esempio, un tumore o un attacco di cuore.
La malattia, la maggior parte delle volte, costringe a fermarsi perchè l'organismo ha delle precise necessità:
  • ottenere più riposo
  • rilasciare la tensione e rimuovere schemi di pensiero negativi
  • scaricare materiali tossici e di scarto
  • interrompere l'ingresso di cibo e lasciar riposare gli organi della digestione
  • mandare un messaggio di cambiamento