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venerdì 30 settembre 2011

Le convinzioni determinano i risultati


Le convinzioni, a seconda di quanto sono radicate nell’inconscio, possono decidere come sia la nostra realtà. Immaginando che la forza delle convinzioni vada da 1 (semplice opinione) a 10 (è così e non si discute!), possiamo dividerle in tre gruppi:
  1. opinione (da 1 a 4), ovvero io penso che una cosa sia così, ma non ne sono sicuro al 100%, infatti se qualcuno mi pone unaprospettiva migliore molto probabilmente gli darò ragione;
  2. credenza (da 5 a 7), ovvero quando si crede in qualcosa e ci si concentra su questa verità. Nella vita si vedranno solo gli episodi che confermano questa tesi, però una persona sufficientemente carismatica potrebbe riuscire a farci cambiare idea;
  3. sapere (da 8 a 10). Quando la convinzione è così radicata nell’inconscio “io so che è così, punto e basta!”. Nessuno riuscirà a farmi cambiare idea, perché io sono convinto al 100% che la vita/realtà sia fatta in questo modo. Nella vita non si vedrà altro che ciò che la conferma (ad esempio, se si è convinti che la vita sia una continua sofferenza, ci si focalizzerà solo su ciò che lo conferma). Perciò, gli altri possono parlarmi per tre ore consecutive cercando di farmi cambiare punto di vista, ma dentro di me non cambierà niente. “La realtà è fatta così, punto e basta!”.
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Abbiamo convinzioni praticamente su qualsiasi cosa, e queste convinzioni formano la nostra personale mappa del mondo.
Ma come mai le convinzioni sono così importanti? Per il fatto che creano un processo mentale chiamato profezia che si autoavvera (tranquilli, non ha niente a che vedere con Nostradamus o profeti vari). Questo consiste nel fatto che inconsciamente (quindi senza rendercene conto), tenderemo sempre a far avverare nella nostra vita tutto ciò in cui crediamo.
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Vi è mai capitato di provare qualcosa credendo di non riuscirci? Probabilmente sì, e allora l’atteggiamento non è dei migliori, per cui si agisce utilizzando una minima parte del proprio potenziale – poiché dentro di noi pensiamo di non potercela fare, e quando è così l’inconscio si chiede: perché mai dovrei agire?
Così le azioni non saranno buone, e di conseguenza neppure i risultati. Perciò, alla prima difficoltà, alcuni potrebbero sentire un vocina che gli dice che non può farcela, magari altri invece potrebbero proprio sentire la sensazione che sia impossibile. Così si sfrutteranno ancora meno risorse e, se non ci si riesce subito, si rinuncerà.
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Ma penso che vi sia capitato anche l’opposto. Ovvero, di fare qualcosa con la convinzione di poterci riuscire e, alla prima difficoltà, non avete rinunciato ma vi siete detti: “Io posso farcela, anzi per me è una sciocchezza farlo!”. E se eravate abbastanza motivati, sicuramente ci siete riusciti. Quindi, una semplice convinzione può fare davvero la differenza.

Le convinzioni che in qualche modo ci pongono un limite ci fanno agire con l’atteggiamento sbagliato, e di conseguenza con poco potenziale, per cui le nostre azioni non saranno molto efficaci e di conseguenza avremo degli scarsi risultati che confermeranno la convinzione che non possiamo farcela. Quindi se, ad esempio, un uomo è convinto che sia impossibile per lui riuscire a studiare la lingua spagnola, state sicuri che non la imparerà mai (a meno di cambiare questa credenza).
Invece, se lo stesso uomo è convinto di potercela fare ed è molto motivato a imparare la lingua, agirà con il giusto atteggiamento e di conseguenza accederà a tutte le sue risorse. Quando si faranno vedere i primi risultati, confermerà la teoria che è in grado di “assimilare” lo spagnolo. Così continuerà a impegnarsi e alla fine raggiungerà lo scopo.

Le convinzioni generano nella nostra mente un meccanismo chiamato “profezia che si autoavvera”. Se crediamo di riuscire a fare qualcosa, allora molto probabilmente sarà così, mentre se crediamo di non potercela fare, in genere non ci riusciremo.