Affrontiamo l'importante tema della relazione tra le nostre emozioni e le malattie di cui soffriamo. La medicina scientifica moderna ha rifiutato per decenni l'idea che ci possa essere una relazione tra la psiche e il corpo. Si è accanita a voler risolvere tutti i problemi di tipo materiale con operazioni chirurgiche, farmaci e raggi ionizzati. (...)
Questa politica guerresca, che vuole far regnare la pace della salute con la distruzione di tutti i virus, batteri e anomalie, si è rivelata un vicolo cieco per malattie come il cancro (...) Quando si pensa per esempio ai miliardi di dollari che sono spariti nella lotta per vincere il cancro, si constata oggi che non è stato raggiunto nessun risultato valido.
D'accordo, la distruzione dei tumori con la chemioterapia, la chirurgia e i raggi X permette di guadagnare un pò di tempo rallentando l'avanzare della malattia, ma non attacca le cause profonde, che non sono solo materiali ma anche psichiche.
Le statistiche sono inesorabili: dimostrano che le medicina materialistica, anche se ha vinto qualche battaglia, ha perso la guerra. La comprensione olistica dell'essere umano rende evidente l'assurdità di una medicina che ha voluto ridurre l'individuo alla sua sola componente biologica, chiudere l'uomo pluridimensionale nella piccola scatola della materia, escludere dalla diagnosi e dalla cura le emozioni, i pensieri e i sogni, col pretesto che non sono misurabili nei laboratori scientifici! (...)
Durante i dieci anni della guerra del Vietnam, 54 mila soldati americani persero la vita. Durante lo stesso lasso di tempo, 330 mila donne morirono di cancro al senso, la malattia che uccide una donna ogni dodici minuti negli Stati Uniti. Gli studi hanno dimostrato che questo tipo di cancro si manifesta in donne dal profilo psicologico simile:
- una forte tendenza a voler controllare la loro vita emozionale e quella di chi le attornia.
- l'impressione di non fare mai abbastanza, un perfezionismo costante.
- l'abitudine di preoccuparsi troppo per coloro che amano.
- una mancanza di autostima che accompagna un senso di solitudine.
- una permanente consapevolezza che spinge continuamente a occuparsi degli altri senza tenere conto dei propri bisogni personali.
Per molti anni, la sola risposta che è stata data al cancro del seno è consistita nell'operare, irradiare, e distruggere ogni cellula anormale con la chemioterapia senza tenere in alcun conto questi fattori psicologici. La presa di coscienza sempre più profonda dell'importanza delle emozioni modifica questo approccio esclusivamente materialistico e sottolinea l'importanza di un lavoro sulle cause psichiche delle malattie.
Ricerche effettuate in diversi paesi (in Francia e in Israele in modo particolare) hanno d'altronde dimostrato che le cellule cancerose potevano ridiventare normali se le condizioni fisiologiche cambiavano. Di fatto l'ammalato che soffre di un cancro non è "portatore di un tumore". E' tutto tumorizzato, corazzato, immobilizzato in atteggiamenti e abitudini che bloccano i meccanismi di guarigione. Così, anziché distruggere il cancro, un numero sempre maggiore di medici si orienta verso una rieducazione cellulare che tiene conto di tutti i fattori fisici e psichici contribuendo al recupero della salute. (...)
Negli Stati Uniti, Norman Cousins, redattore capo di una grande rivista, si ritrovò un giorno immobilizzato in un letto d'ospedale a causa di una malattia reumatica che lo faceva soffrire terribilmente. I medici non avevano nessuna terapia in grado di curarlo e gli annunciarono un futuro senza possibile guarigione. Invece di abbandonarsi alla disperazione, Norman cercò una via per la guarigione personale. Avendo osservato che, quando i visitatori gli raccontavano una buona barzelletta facendolo ridere di cuore i suoi dolori si attenuavano per qualche ora, decise di ridere il più possibile!
Si fece portare in una stanza d'albergo e si attorniò di libri e film comici...rise quanto più potè e si ritrovò rapidamente guarito, cosa che raccontò in un libro (La volontà di guarire) che divenne rapidamente un bestseller internazionale. Norman Cousins ricevette migliaia di lettere di medici entusiasti che, grazie al suo libro, avevano ritrovato la dimensione emozionale della medicina. (...)
Studi di questo genere, effettuati in diversi paesi, diedero risultati simili e aprirono la porta degli ospedali a una nuova categoria di curatori: i clown! Si fece appello a essi per provocare il riso nei malati, quel riso che risulta essere la medicina ideale perché, oltre a essere gratuita, essa scatena, nel corpo stesso, dei programmi di secrezione di endorfine, di neurotrasmettitori e di ormoni che stimolano l'immunità e tutte le funzioni fisiologiche di rigenerazione, confermando così che il nostro organismo è il medico migliore del mondo!
Da "Il manuale delle emozioni" J. Razanamahay & C. Tal Schaller