Così come l'umore altrui può avere effetti su di voi, anche voi potete condizionare gli altri.
E' facile puntare il dito su qualcuno o qualcosa per giustificare il vostro cattivo umore; invece dovete prima di tutto fare un esame di coscienza. Ricordate che quando puntate l'indice verso una persona, tre dita sono puntate contro di voi.
Se mantenete un atteggiamento bisbetico, la gente reagirà ai vostri modi petulanti. Le sopracciglia aggrottate in permanenza rivelano un'inquietudine interiore; siate certi che la maggior parte di coloro che vi circondano si allontanerà da voi e cercherà di mantenere le distanze.
Quanta verità c'è nel vecchio adagio: "Ridi e tutti rideranno con te; piangi e piangerai da solo"! Questo non significa che vi sia vietato di sentirvi a volte di cattivo umore o depressi, ma sappiate che in tali occasioni gli altri non reagiranno positivamente. (...)
Se le cose si complicano o non funzionano come vorrei, faccio di tutto per non scaricare i miei problemi sugli altri. Mi mantengo cordiale e positiva e improvvisamente tutto cambia per il meglio, perché anche gli altri si comportano più positivamente.
Forse non ve ne rendete conto, ma il vostro cattivo umore può contagiare decisamente gli altri, instaurando così un vero circolo vizioso. (...)
Forse abbiamo tratti antipatici, ma in questo non c'è nulla di strano perché nessuno è perfetto. Senza esserne consapevoli potete fare impazzire o soffrire altre persone a causa di vostre caratteristiche negative o semplicemente perché siete come siete.
La vecchia massima: "Non si può piacere a tutti in ogni momento", è assolutamente vera.
Rendersene conto e rammentarlo ogni tanto potrà facilitarvi la vita.
Le prime impressioni condizionano il comportamento altrui nei vostri riguardi. Spesso risultate antipatici per motivi inspiegabili; forse perché siete così come siete o perché sono gelosi di voi. Oppure perché ricordate loro qualcuno che non vogliono ricordare.
Non ci potete fare nulla. Tuttavia ci sono cose che potete controllare o cambiare per offrire un'immagine più positiva di voi stessi. Per esempio, il modo in cui vi vestite, come parlate, il portamento e il linguaggio corporeo, come toccate una persona o stringete la mano, le vostre espressioni facciali, il tipo di parole che usate e perfino il modo in cui ascoltate i vostri interlocutori.
Ciascuno di questi fattori può modificare radicalmente il modo in cui il vostro prossimo vi percepisce, si rapporta a voi e quindi vi tratta. (...)
Ciascuno di questi fattori può modificare radicalmente il modo in cui il vostro prossimo vi percepisce, si rapporta a voi e quindi vi tratta. (...)
Già da bambini esprimiamo giudizi superficiali sugli altri e decidiamo di concedere o meno la nostra amicizia facendoci condizionare dall'aspetto e dagli abiti.
Da adulti continuiamo a giudicare basandoci sull'apparenza, che lo si voglia ammettere o no. L'aspetto fisico e i fattori esteriori molto spesso ci influenzano negativamente. (...)
Gli avvocati ben conoscono quale effetto abbia l'immagine nell'aula del dibattimento. Ecco perché istruiscono i clienti o i testimoni su che cosa indossare e come parlare.
Un'indagine da me condotta ha dimostrato che anche se le persone non sono fisicamente piacenti, è sufficiente che sappiamo esprimersi bene perché vengano ritenute più attraenti e intelligenti, ottenendo l'attenzione di tutti.
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Per esempio, avete mai pensato a quale messaggio inviano le vostre spalle curve? Forse non prestate attenzione alle unghie e non vi preoccupate se sono sporche o rosicchiate. Vi piaccia o no, questi particolari influenzano il modo in cui sarete giudicati. La vostra prima reazione potrebbe essere: "E che m'importa? Non m'interessa affatto se piaccio o meno". Invece è meglio che ve ne preoccupiate, se volete competere e vincere nel difficile mercato del lavoro e nel clima instabile degli affari. (...)
Ecco i dieci fattori di cui tenere conto: abbigliamento, capelli e peli, unghie, pelle, igiene personale, bocca, linguaggio corporeo, espressioni facciali, dialettica e modo di parlare, capacità di comunicare.
Da "Come eliminare i rompiballe e vivere felici" L. Glass