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mercoledì 12 ottobre 2011

Responsabili e non più vittime


La persona responsabile agisce, la vittima reagisce. La persona responsabile cerca la soluzione ai problemi, la vittima vede immediatamente un altro problema nella soluzione proposta.
La persona responsabile ha sempre un programma, la vittima avanza in continuazione delle scuse.
La persona responsabile dice: "Non è facile, ma è possibile"; la vittima si lamenta: "Forse è possibile, ma è troppo difficile".
(...)
Le vittime sono solitamente delle persone posteggiate nei parcheggi a pagamento, che spesso risultano molto costosi, anche a livello di salute. Li chiamo "a pagamento" perché, anche se questi parcheggi possono essere temporaneamente comodi (l'auto posteggiata non affronta i rischi del viaggio), il fatto di soggiornarci diventa, alla lunga, estremamente oneroso in termini di sviluppo personale, di progresso nella vita.
Tutte le etichette negative che ci incolliamo addosso costituiscono altrettanti parcheggi a pagamento che ci tengono fermi sul posto, per esempio: "Sono pigro, poco sportivo, troppo grasso, poco dotato per le lingue, collerico, ecc".
Tutti abbiamo le nostre zone di conforto; una delle mie, per esempio, è la resistenza nei confronti di certe tecnologie.

Troppo spesso, una volta che si è accomodata in un parcheggio a pagamento (il che costituisce, a un livello sottile e spesso inconscio, un atteggiamento vittimistico), una persona fa tutto quel che può per restarci, anche a rischio di resistere al cambiamento positivo. (...)
Questi parcheggi a pagamento rappresentano il grande nemico del potenziale umano. Brian Tracy, uno specialista di sviluppo personale, scrive che essi "diventano delle abitudini di vita e di pensiero che risultano difficili da cambiare, perché ogni abitudine che ha persistito per un certo tempo tende a diventare una routine. Allora, invece di utilizzare la nostra intelligenza per uscire dalla routine, focalizziamo la maggior parte delle nostre energie nel rendere la routine più confortevole".

Ora andiamo a introdurre quello che potrebbe diventare uno degli strumenti più potenti per aiutarvi a superare gli atteggiamenti vittimistici. Vi suggerisco di lavorare con questa affermazione tutti i giorni, ripetendola lentamente, a voce alta, fino a che non l'avrete veramente assimilata e fatta vostra. All'inizio dovrete forse superare alcune resistenze. Persistete nonostante tutto. Potrebbe aiutarvi a trasformare la vostra vita in uno degli ambiti fondamentali per la vostra crescita personale. Fotocopiatela. Mettetela sullo specchio del vostro bagno, sul vostro comodino, laddove potrete vederla ogni giorno.

La mia dichiarazione di responsabilità nei confronti della vita
  • Accetto completamente e senza alcuna riserva che tutti i fatti avvenuti finora nella mia vita, nonché tutto ciò che mi succede in questo momento e che potrà verificarsi in avvenire mi forniscono delle occasioni preziose per imparare e per crescere.
    Nessun altro è da incolpare per la negatività o il dolore di cui la mia natura emozionale fa esperienza. Non cercherò alcuna eccezione o "scappatoia" rispetto a questa convinzione, anche quando la causa apparente del mio problema sembrerà totalmente indipendente da me.
  • Cercherò sempre di assumermi completamente le mie responsabilità, rifiutando il senso di colpa. Invece di cercare delle scuse per ciò che funziona male, mi sforzerò di capire ciò che sta succedendo, quindi cercherò dei mezzi per correggere la situazione. Mi assumo la completa responsabilità delle mie scelte.
    Affermo che nessuna persona o situazione possono farmi sentire inferiore, rifiutato, inadeguato, senza il mio consenso e che io posso scegliere liberamente di accordare o di negare questo consenso.
  • Rifiuto di credere nel caso, che costituisce uno dei principali meccanismi di deresponsabilizzazione della nostra cultura. Sono cosciente di creare la mia realtà attraverso il mio modo di accogliere e d'interpretare gli avvenimenti della vita.
    In ogni circostanza della mia esistenza cercherò sistematicamente mezzi e soluzioni invece che scuse e rifugi. Preferirò l'apertura e il rischio alla passività e alla sicurezza.
  • Scelgo di rispettarmi totalmente, in ogni circostanza, indipendentemente dagli errori che posso commettere, e di accordare questo stesso rispetto a ogni forma di vita umana, animale o vegetale, che incontro.
  • Dico sì alla vita, si, sì e ancora sì
Da "Mai più vittima" P. Pradervand