L'energia di cui il nostro corpo dispone per vivere e per svolgere le sue funzioni è infinita. Se d'abitudine arriviamo stanchissimi a fine giornata, quindi, c'è qualcosa che non va: o stiamo opponendo resistenza al fluire delle cose, alle trasformazioni del nostro essere, alla nostra carica erotica, oppure ci perdiamo troppo nei particolari, curiamo con eccessiva attenzione dettagli inutili che, oltre ad allontanarci dal "centro", finiscono per intasarci il cervello.
Come possiamo rinascere completamente rinnovati ogni giorno se ci ostiniamo a ritoccare e perfezionare aspetti di noi ormai desueti, invece di lasciarli morire e buttarli alle spalle? Smettiamo di rimanere fedeli al personaggio che crediamo di essere da sempre, accettiamo la possibilità di cambiare qualcosa nel nostro modo di fare, di vestire, di parlare, di essere.
Se continuiamo a perseguire il sogno che avevamo quand'eravamo bambini e non ci accorgiamo che ciò che stiamo cercando di realizzare è ormai morto da tempo, sprechiamo inutilmente le forze.
Per questo siamo stanchi! Abbiamo bisogno di troppa energia per mantenere in vita le parti "morte" di noi stessi! Abbandoniamoci al piacere della scoperta di come siamo giorno per giorno, senza pregiudizi, senza false convinzioni, accettando con gioia quello che viene... e vedrete che la stanchezza, come per incanto, svanirà! (...)
C'è un lavoro imprevisto che vi fa saltare il fine settimana, e voi pensate già con disperazione alle ore della domenica in cui non farete quella scampagnata organizzata da tempo. Oppure sono ritardi che si accumulano e vi costringono al classico superlavoro finale... Sono i casi in cui le scalette che vi eravate prefissati crollano di fronte a eventi inaspettati, spesso determinati da leggerezze altrui. Del tutto legittimo essere furibondi.
Già, ma proprio in questi casi di "forza maggiore" giova ricordare una massima Zen: aspettati l'inaspettabile. Il che non significa: sii accorto, controlla tutto.
Al contrario, vuol dire: non considerare a priori qualcosa meglio e qualcosa peggio. Ogni evento che accade è il possibile che si apre davanti a noi, se siamo sufficientemente vuoti di pregiudizi per accoglierlo. E non significa: fatevi piacere ciò che non vi piace, ma: rimanete centrati su vuoi stessi, e non sul futuro o sul passato. Se ragioniamo secondo la massima "non fidarti di nessuno", ci consegnamo al cinismo e alla rassegnazione, due atteggiamenti che scivolano facilmente nella depressione. Solo se siamo saldi, centrati sull'essenziale e quindi flessibili e pronti ad abbandonare l'inessenziale, riusciremo oggi a vivere con serenità il momento presente...
Il consiglio: Evitate i programmi
Mantenete sempre aperte tutte le possibilità, non attribuite un valore maggiore a una cosa piuttosto che a un'altra: spesso dalle cose inaspettate nascono occasioni che mai avremmo potuto incontrare, e scopriremo parti di noi che non coltivavamo da tempo. Ciò che non è modificabile non merita i nostri pensieri, ciò che è modificabile merita solo la nostra azione.
Prevedere e programmare
Trovare un buon impiego, incontrare la persona giusta, comprarsi una casa: ogni cosa deve essere scandita, programmata e realizzata secondi piani e tempi assolutamente precisi, altrimenti... cadiamo in preda al terrore!
Basta solo non riuscire a trovare al primo colpo quel lavoro tanto ambito e "garantito", o ritrovarsi per qualche motivo a dover fare più cambiamenti del previsto, oppure ancora vivere l'incognita del grande amore "per la vita" che tarda ad arrivare... Insomma, basta solo che la precarietà e la novità, in qualsiasi loro forma, ci sfiorino per qualche minuto in più del necessario ed ecco che il disastro è fatto: ci sentiamo come se il mondo intero dovesse da un momento all'altro crollarci addosso e seppellirci!
La sicurezza diventa allora il nostro fine ultimo, la nostra unica ancora di salvezza contro la dissoluzione a la morte. E così ci ritroviamo a vivere in funzione di un obiettivo o di una serie di obiettivi da realizzare a tutti i costi. Senza di essi ci sentiamo smarriti, insoddisfatti, quasi incompleti: dalla loro concretezza e stabilità dipende non solo il nostro benessere, ma persino la nostra stessa sopravvivenza: cibi sicuri, auto sicure, investimenti sicuri.
Il mito della sicurezza ci accompagna ovunque. Diventa una vera e propria ossessione che permea ogni ambito della vita. E, tra un'assunzione a lungo termine, un mutuo ventennale e un matrimonio forse un pò affrettato, ecco che si fanno strada tutte le premesse per essere sicuramente stressati. Perchè più che tenere lontana la morte, finiamo per allontanare la vita.
Il consiglio: Dimenticate gli oggetti
Come fare per liberarsi di questo atteggiamento così radicato? Con un semplice esercizio: provate a sbarazzarvi delle vostre "zavorre-certezze" in sovrappiù. Ogni giorno, buttate via o regalate qualcosa: può essere un oggetto, un indumento, un libro... In alternativa, prima di uscire di casa ogni mattina, togliete dalla borsa o dalle tasche qualcosa che di solito portate sempre con voi: il cellulare, il rossetto, l'agendina... Scoprirete che, grazie a questi piccolissimi "accorgimenti", poco a poco vi verrà naturale anche staccarvi da quelle piccole o grandi cose nelle quali prima depositavate la vostra sicurezza.
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